Aretusa - Aci e Galatea  -  La storia di Scilla e Cariddi  -  Tifeo il gigante  -  Trinacria, la storia di un simbolo  -  Il ratto di Persefone  -  Ciane e Anapo  -  Il canto di Dafni  -  La leggenda di Glauco  -  Colapesce  -  L'amore di Piramo e Tisbe  -  'U Liotru (l'Elefante)  -  Il Re Lazzarone - Cocalo, Dedalo e Minosse

'Isola prende il nome Sicilia in onore di una Principessa portatrice di vita

Perchè Sicilia? Ecco come una favola-leggenda spiega la scelta di questo nome che, nel corso dei secoli, ha soppiantato l'antica denominazione Trinacria

La Principessa Sicilia

Una fanciulla splendida, una Principessa con un triste destino che si trasforma in speranza di vita e rinascita. Non ci poteva essere nulla di meglio per spiegare in chiave leggendaria, da favola, la nascita del nome Sicilia. La simbologia della trasformazione e della rigenerazione c'è tutta ma, da brava storia epica, non gli mancano anche altri riferimenti. Da sottolineare che il racconto non è frutto di una raccolta risalente alla Magna Grecia, o della Grecia Classica. è vero, a questa tradizione si richiama, ma è più recente, nato probabilmente durante la dominazione bizantina o Saracena dell'Isola.

Dunque, Sicilia, questo il nome della splendida e nobile giovane che aveva un destino non proprio felice. Il suo Regno, forse il Libano, si affacciava sul Mediterraneo orientale (non importa l'esatta collocazione, basterà rispettare le ambientazioni misteriosamente fumose delle favole con una frase del tipo: "Nelle lontane lande orientali, baciate dalle acque levantine del Mediterraneo"). Un oracolo aveva predetto, quando essa era ancora bambina, che se avesse voluto sopravvivere al quindicesimo compleanno, avrebbe dovuto abbandonare il Paese da sola e in barca. Se non lo avesse fato, sarebbe stata divorata da un mostro famelico, il Greco-Levante.

E qui siamo al primo riferimento. Greco-Levante è un vento da est-nordest. Come gli altri venti, assunse il suo nome quando anticamente si compilavano le cartine geografiche prendendo come punto di riferimento un'area accanto all'Isola di Creta. Lì si collocava il centro della Rosa dei Venti. A NE di tale punto sta, approssimativamente, la Grecia, da cui il nome Grecale per uno dei venti più conosciuti che spira proprio da NE verso SO. Così, sempre prendendo a riferimento la costa cretese, a SO vi è la Libia, da cui il nome Libeccio per la direzione SO-NE. Lo Scirocco che soffia in direzione SE-NO, sta per vento dalla Siria, mentre il Maestrale, direzione NO-SE, proviene dal termine Magister o via maestra proveniente da Roma e Venezia.

Il riferimento Greco-Levante dovrebbe stare a figurare anche l'Impero Bizantino, visto male dalla gente siciliana per il cattivo governo dell'Isola e per l'avidità rappresentata da furiose tassazioni. La caratterizzazione come mostro famelico ci stava tutta.

Compiuti i quindici anni, Sicilia viene messa su una barca dai genitori disperati e piangenti, poi spinta a largo. Tre mesi in barca sono duri (ritorna sempre il numero 3), i viveri e l'acqua sono finiti e la disperazione monta sempre di più. La giovane Principessa si abitua all'idea della morte, proprio quando dei venti la spingono verso una spiaggia. Agli occhi della ragazza compare una terra luminosa, piena di fiori e frutti, abbondante e calda, colma di profumi.

Ma non c'è nessuno. è deserta.

La fame e la sete sono spenti, ma la solitudine può essere terribile. Sicilia inizia a piangere, prima sommessamente, poi con forza, fino a quando la stanchezza ha il sopravvento e gli occhi non riescono più a far sgorgare una lacrima. Proprio in quell'istante compare uno splendido giovane che le spiega il mistero di quella terra ricca ma senza uomini.

Da tempo gli originari abitanti sono tutti morti di peste, ma gli dei o il destino hanno deciso di riportarvi una razza più forte, fiera, gentile. Per questo compito di ripopolamento sono stati scelti proprio i due ragazzi. Così l'Isola è stata ribattezzata con il nome di colei che ha portato in grembo le prime, nuove, future generazioni.

Questa leggenda ha comunque le sue radici nella grande Grecia. Il riferimento è all'antica favola della troiana Egesta. Anche lei fu abbandonata dal padre Ippota su una barchetta: il genitore intendeva salvarla dall'orribile mostro marino inviato da Nettuno. Spinta da venti favorevoli, anche Egesta approdò in Sicilia dove sposò il dio fluviale Crìmiso. Da quell'unione nacquero Eolo e l'eroe Egeste, fondatore di Segesta - secondo un'altra versione della leggenda, quest'ultimo fondò anche Erice ed Entella.

La radice del nome Sicilia potrebbe arrivare da vocaboli antichi come Sik ed Elia, il fico e l'ulivo, che rappresentano due ricchezze della terra siciliana, simboli della fertilità dell'Isola.

ritorno all'Home Page

Proprietà intellettuale e copyright @ Giuseppe Maria Salvatore Grifeo