I Comuni che hanno adottato il Grifone Grifeo

Come compare l'Arma di famiglia negli emblemi scelti da alcune cittadine siciliane

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omuni siciliani, cittadine che hanno scritto capitoli importanti per la storia della Famiglia Grifeo, centri della meravigliosa terra siciliana che nella scelta del vessillo comunale hanno inteso ritrarre parte del proprio bagaglio storico. Così ecco comparire l'Arma Grifeo nell'Araldica cittadina di alcuni comuni. In vari modi lo stemma famigliare è stato collocato sugli scudi comunali.

Partanna

Veramente scarna, anzi, del tutto insufficiente la blasonatura dello stemma comunale inserita nello Statuto della cittadina: "Emblema del Comune è lo stemma costituito da: scudo con castello sormontato da grifo. Insegna del Comune nelle cerimonie ufficiali è il gonfalone nella foggia autorizzata, costituito da drappo azzurro con stemma centrale sormontato dalla scritta: Comune di Partanna".

Non vengono citati colori, posizioni, nulla. Soprattutto, cosa c'è in mezzo alla fascia di oro posta in capo allo stemma?

Ciminna

Nel sito del Comune non c'è alcuna descrizione del blasone, ma la "traccia" Grifeo è evidente. La caratteristica più curiosa che accomuna in qualche modo questo scudo con quello di Gualtieri Sicaminò, è l'inclinazione delle barre sotto al Grifone: sono piegate al contrario rispetto allo stemma originale della Famiglia. Come descritto su "Memorie e Documenti" del dottor Vito Graziano (volume leggibile su www.ciminna.eu) parte I, capitolo VIII, comma 5 Stemma di Ciminna, "Gli stemmi in origine furono portati dai cavalieri, e poi estesi alle città ed alle nazioni. Però i Comuni feudali, che erano in tutto rappresentati dai baroni e non avevano quasi alcuna autonomia, spesso adottarono per omaggio quelli dei loro signori. Ciminna pertanto adottò quello della famiglia Grifeo, coll'aggiunta di una mammella nella parte inferiore dello scudo, come si vede scolpito sulla lapide della fonte sita nella Piazza Umberto I. Sembra però che anticamente Ciminna abbia avuto uno stemma proprio, consistente in una mammella, come puossi ancora osservare sopra l'orologio della casa comunale. Esso ebbe forse origine dalla fertilità del territorio o dal significato nel nostro dialetto delle ultime due sillabe della parola Ciminna".

Purtroppo, alla fine di questo periodo scritto dallo storico, non si può che essere in disaccordo con quanto viene successivamente aggiunto. Il dottor Graziano afferma che per "cancellare ogni traccia dell'antico feudalismo" bisognerebbe togliere il Grifone e scegliere "uno stemma più adatto".

Equivale a dire che Ciminna dovrebbe rinnegare la sua storia.

Oggi, gran parte dei comuni italiani riportano nei loro scudi le insegne delle famiglie che una volta erano titolari delle signorie. Non certo per servilismo attuale verso i dominatori di un tempo, ma in omaggio alle radici storiche dei luoghi che accomunavano e accomunano tutti, dai signori ai più umili. Se non fosse così, oggi ci sarebbero da cambiare migliaia di emblemi, radere al suolo centinaia di castelli e palazzi, tutti segni degli antichi feudatari che il dottor Graziano vorrebbe cancellare per una pseudo e poco pensata voglia di "affrancamento". Dovrebbe avvenire proprio oggi, quando ci si dovrebbe liberare di ben altro e dove la valorizzazione delle proprie radici e della storia di ogni territorio viene ritrovata ed esaltata. Anche quando Graziano scrisse il volume, nel 1911, si era ormai a circa un secolo dalla fine del feudalesimo.

Il commento del dottor Graziano, dettato da non si capisce cosa, si sgonfia da solo.

Gualtieri Sicaminò (citazioni dal sito del Comune)

Lo stemma cittadino è inquartato e comprende le Armi di quattro fra le maggiori casate che hanno esercitato la signoria a Gualtieri:

Il primo (d'oro, a tre draghi di rosso, di due zampe, bene ordinati, i due draghi superiori affrontati) è dei Gavarretta i quali hanno avuto nel 1125 in concessione il feudo di Sicaminò.
Il secondo (d'azzurro, alle tre fasce ondate, di argento, attraversate dal leone d'oro) è dei Marino che già prima del 1212 possedevano il feudo di Gualtieri.
Il terzo (troncato dal filetto di azzurro, nel 1°, d'oro dal grifone di nero, passante, sostenuto dal filetto; nel 2°, d'oro, a tre sbarre d'azzurro) è della famiglia Grifeo (Graffeo) che ebbe il feudo di Gualtieri dal 1649 al 1800 quando venne acquistato dagli Avarna.
Il quarto (d'oro, alla fascia di azzurro) è invece l'emblema della famiglia Avarna

Il Gonfalone
Drappo di azzurro, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. La asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento
Lo Stemma ed il Gonfalone sono stati concessi al Comune di Gualtieri Sicaminò il 24 aprile del 2000 per decreto a firma del presidente del Consiglio pro-tempore Massimo Dalema e del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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